20NOV14
LE STORIE DI STRADA
Da Genova a Milano in tante tappe
La storia di Walter inizia nel 1977 a Genova.
A 15 anni abbandona i Testimoni di Geova, perdendo in un solo colpo amici e riferimenti: cercando nuove relazioni segue le persone sbagliate in giro per l’Italia e all’estero, provando per tre giorni persino la Legione Straniera, nel 1996. Accumula difficili rientri in famiglia e finisce per svolgere il servizio militare nei paracadutisti senza fare alcun lancio perché ha iniziato a bere. Sperimenta l’eroina perché si innamora della ragazza sbagliata e la spirale di discesa diventa rapidissima.
Nel 2002 conosce sua moglie e si sposa dopo un mese, per poi vivere sei mesi di viaggio di nozze in Europa; hanno due figli in sei anni di matrimonio, ma queste responsabilità non arrivano nel momento giusto perché Walter non riesce a mantenere un lavoro per il senso di oppressione che dopo un po’ lo assale e quindi si trova a fare promesse che non mantiene. Questo lo porta a una separazione consensuale, ma quando l’ex moglie trova un altro compagno, a Walter diventa chiaro che non riesce a realizzare le proprie ambizioni e in più non ha relazioni sociali né lavoro.
Nel 2009 viene arrestato per aggressione, pur non essendo affatto un violento, ma l’effetto delle droghe è davvero potente.
Toccato il fondo, decide di entrare in comunità a San Patrignano, dove rimane fino al giugno del 2013, lavorando nella vigna e al forno, imparando anche un po’ di teatro e finalmente ad avere relazioni con gli altri. Questo gli consente, dopo l’uscita volontaria dalla comunità, di tornare per strada senza perdere la testa, e dopo poco approda a Milano grazie a un amico che gli fa trovare lavoro in un ristorante. Per otto mesi questo lavoro lo mette alla prova: vede le persone bere, ma resta lontano dall’alcol, vede la superficialità degli altri ma non si lascia travolgere perché in lui è iniziato un cambiamento profondo. Per problemi con l’amico che lo ha aiutato, si ritrova improvvisamente senza lavoro e dopo poco i soldi finiscono e torna in strada, ma subito cerca aiuto e nel maggio del 2014 arriva al Centro diurno “Punto Ronda”.
Qui, secondo il suo racconto, Walter incontra persone vere, che lavorano con passione perché fanno davvero ciò che hanno scelto e questo le rende serene, proprio lo stato d’animo che da sempre è il suo sogno: Davide, l’educatore, diventa un modello che lo sprona ancora di più.
Dopo alcuni corsi di riqualificazione professionale, trova lavoro nell’impresa di pulizie che prende in carico il nuovo show-room di una nota casa di moda e da qui ricomincia, superando il rischio di adagiarsi nell’abitudine a non lavorare. Gli assegnano una casa dove potrà restare fino a 12 mesi senza pagare l’affitto, e qui Walter ricomincia a coltivare la passione per la cucina e l’idea concreta di casa.
A ottobre 2014 il bilancio è positivo, e questo spaventa Walter che ha avuto un ritorno doppio rispetto alle aspettative perchè nessuno ha note negative su di lui. Il segreto sta nel fatto che Walter si gratifica facendo e quindi viene giudicato pronto anche per fare il volontario: al Centro diurno “Punto Ronda” due volte a settimana tiene un laboratorio sulla ricerca del lavoro agli ospiti e questo soddisfa un suo sogno nel cassetto che è l’insegnamento, pur non avendo terminato il percorso di studi.
Walter ha imparato che se si ha un atteggiamento negativo si attrae negatività, mentre il volontariato è il giusto bilanciamento contro il materialismo, contro il desiderio di avere senza badare alle relazioni personali. Walter è diventato un esempio positivo e quasi non ci può credere.
Ciò che stupisce parlando con lui è la sensazione che abbia vissuto tante vite e che abbia acquisito la saggezza che ne deriva: non giudica le persone che ha incontrato e riconosce che senza l’aiuto esterno che ha ricevuto non ce l’avrebbe fatta, ma adesso è pronto anche a restituire. Nel segno dell’auto-mutuo aiuto e sulle orme degli esempi positivi incontrati, anche nel nostro Centro.